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La Grazia del Dubbio

Paolo Sorrentino realizza con La Grazia un’opera sul tema dell’eutanasia

Trama

Il film ruota attorno a Mariano De Santis, un Presidente della Repubblica vedovo, cattolico, giurista e prossimo al termine del suo mandato. Due dilemmi morali segnano gli ultimi sei mesi del suo incarico:

La decisione se promulgare una legge sull’eutanasia, un passo rivoluzionario in un Paese ancora profondamente cattolico.

Due richieste di grazia presidenziale per due casi di omicidio: da una parte una donna che ha ucciso il marito violento; dall’altra, un uomo che ha ucciso la moglie affetta da Alzheimer per porre fine alla sua sofferenza.

Il Presidente è tormentato anche da dubbi esistenziali: il dolore per la perdita della moglie, il sospetto di un tradimento, il senso di solitudine, e il confronto con la figlia Dorotea, una giovane giurista che incarna un presente più audace.

Il film bilancia momenti umoristici—come il Presidente che impara un brano rap o incontra un Papa motociclista—con una riflessione meditativa sul potere, il dubbio, e la responsabilità morale.

Eutanasia nel film: significato

1. Dilemma morale e narrativo

L’eutanasia non è solo un tema di attualità: è il motore narrativo del film, l’eredità ideale su cui Sorrentino costruisce un dramma etico e personale.

2. Dalla legge all’amore

La “grazia” nel titolo assume un doppio significato: è uno strumento giuridico (il perdono), ma anche un atteggiamento amoroso verso la vita, esercizio di empatia e apertura verso l’incertezza. Il protagonista lotta fra fede, dovere istituzionale e sentimento umano.

3. Il dubbio come bellezza

Sorrentino valorizza il dubbio come ricchezza, non debolezza. Il film esalta l’incertezza come condizione di intelligenza e umanità autentica: “La grazia è la bellezza del dubbio”.

4. Il passaggio generazionale

La firma sulla legge sull’eutanasia sembra arrivare non per ragioni ideologiche, ma per fiducia nella nuova generazione, incarnata da sua figlia Dorotea. Il film vuole esprimere il bisogno di affidarsi al futuro, riconoscendo quando passare il testimone.

Lister e la rivoluzione antisettica

Nel XIX secolo le infezioni post-operatorie erano comuni e spesso mortali. Joseph Lister, chirurgo britannico nato nel 1827, rivoluzionò la medicina applicando la teoria dei germi di Pasteur. 

Intuì che i microrganismi causavano le infezioni e sperimentò l’uso dell’acido carbossilico (fenolo) per sterilizzare strumenti, mani e ferite.

 Nonostante lo scetticismo dei colleghi, i suoi metodi ridussero drasticamente la mortalità chirurgica, passando dal 50% al 15%. 

La sua tenacia portò all’adozione della chirurgia antisettica, facendo di lui il padre della chirurgia moderna.

Stelle per i coraggiosi

Le stelle osservano i coraggiosi 🌟

Nessuno Stato ci renderà liberi

"No state well make us free"
Anarchist graffiti seen in Bacelona

L'eredità del passato

"Poiché le abitudini e il pensiero delle persone sono profondamente plasmati dagli eventi e da chi ha attraversato la loro vita, nei rapporti con gli altri ci troviamo spesso a subirne le colpe o a beneficiare della bontà che hanno ricevuto in eredità dal loro passato."

Sfratto al Leoncavallo

21 agosto 2025: le forze dell’ordine hanno eseguito lo sfratto del Leoncavallo in via Watteau.

Quando il fumo si dirada: sostegno al Leoncavallo

Dopo cinquant'anni un simbolo di controcultura dal basso, pezzo di storia di una Milano underground e sotterranea, crocevia di suoni immagini ed esperienze, viene sfrattato attraverso una azione che cala dall'alto, come la scure di un boia nero tanto quanto il fascismo che rappresenta.
Alle compagne ed ai compagni che in questo stanno costruendo una resistenza dal basso va la nostra solidarietà, nel momento dell'anno in cui il cemento della gentrificazione, come melassa, restituisce il marciume di cui è composto.
Rimaniamo fermamente convinte e convinti che sgomberare una idea sia semplicemente impossibile, per questo ci troverete nelle strade, al fianco ed a difesa di uno spazio restituito ad una città fagocitata da quelle vetrine dove solo chi non ha umanità sente il desiderio di specchiarsi.
Quando si diraderà il fumo ci troverete dove ci avete lasciato, come la gramigna, più forti del nulla che rappresenta chi realizza questa politica.
Orgogliosamente sedute e seduti dalla parte del torto, se essere dalla parte del torto significa opporci a questa inaccettabile declinazione della realtà.
CSOA Forte Prenestino

https://www.forteprenestino.net/mobilitazioni/3401-quando-il-fumo-si-dirada-sostegno-al-leoncavallo

La vera famiglia

Famiglia - Umberto Galimberti.

Per crescere i figli in modo felice c'è una sola soluzione: le relazioni d'affetto, sia che si tratti di una coppia etero sia che si tratti di una omosessuale. Là dove vige l'amore si cresce bene, là dove vige la violenza o il gelo emotivo si cresce male. Che la smettano di dire che la famiglia è fatta da un uomo e da una donna, perché questa è una visione fondamentalmente materialista. Lo stare insieme non è semplicemente mettere al mondo i figli, ma ha anche il significato di volersi bene, di dedicarsi a un'opera educativa. [...] i figli sono figli non perché vai a letto con una donna e la donna va a letto con un uomo, sono figli perché li cresci, perché stai insieme a loro, perché rispondi alle loro domande, perché stai attento ai loro bisogni. Questo significa "paternità" e "maternità", da chiunque sia svolta. 

Videogiochi e smartphone - Gabriella Tupini

Videogiochi e smartphone - Gabriella Tupini 

Perché i cristiani furono perseguitati a Roma?

"Perché gli antichi romani, che sono famosi per essere tolleranti verso tutti gli Dei, hanno perseguitato i cristiani?"

ChatGPT: In effetti, gli antichi Romani erano famosi per la loro tolleranza religiosa: quando conquistavano un popolo, non imponevano i propri dèi ma anzi spesso adottavano divinità straniere (Iside dall’Egitto, Mitra dalla Persia, Cibele dall’Asia Minore, ecc.). Quindi perché i cristiani furono perseguitati?

La differenza sta nel rapporto tra religione e società romana. Ecco i motivi principali:

Il rifiuto del culto pubblico e degli dèi tradizionali

La religione romana era strettamente legata alla vita pubblica, alla politica e alla coesione dello Stato. Offrire sacrifici agli dèi e all’imperatore non era solo un atto religioso, ma un dovere civico.

I cristiani rifiutavano di partecipare a questi culti, cosa vista come atto di ateismo e disprezzo verso la comunità.

Il rifiuto del culto imperiale

Dal I sec. d.C. si diffuse il culto dell’imperatore come figura semi-divina. Non venerare l’imperatore equivaleva a un atto di slealtà verso Roma.

I cristiani, riconoscendo un solo Dio, rifiutavano categoricamente di compiere gesti di venerazione verso l’imperatore, apparendo come sovversivi.

Segretezza e incomprensione

Le riunioni cristiane (eucaristia, agapi fraterne) erano private e spesso notturne. Questo generava sospetti: i romani li accusavano di pratiche misteriose, persino di cannibalismo (per via del “corpo e sangue di Cristo”).

L’assenza di immagini divine e di templi tradizionali li faceva sembrare “senza religione”.

Esclusività della fede

I romani accettavano nuovi culti purché non fossero esclusivi. Un cittadino poteva venerare Giove e Iside senza problemi.

Il cristianesimo, invece, richiedeva fedeltà assoluta a un solo Dio e il rifiuto di ogni altro culto: ciò minava la logica pluralista e sincretica di Roma.

Timore di destabilizzazione sociale

Poiché i cristiani si rifiutavano di partecipare alle feste pubbliche, ai sacrifici e persino al servizio militare in alcuni casi, venivano percepiti come una minaccia all’ordine e alla pax deorum (la pace con gli dèi, fondamentale per il bene della città).

Durante crisi (pestilenze, carestie, invasioni), si tendeva a considerarli i responsabili dell’ira divina.

👉 In sintesi: non fu tanto il contenuto della fede cristiana a renderli bersaglio, ma il fatto che non rispettavano i doveri religiosi pubblici e civici di Roma, apparendo come una setta ostile alla comunità e potenzialmente sovversiva.

Essere genitori - Gabriella Tupini

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