Dio è morto (F. Guccini)
Ho visto
La gente della mia età andare via
Lungo le strade che non portano mai a niente
Cercare il sogno che conduce alla pazzia
Nella ricerca di qualcosa che non trovano
Nel mondo che hanno già, dentro alle notti che dal vino son bagnate
Lungo le strade da pastiglie trasformate
Dentro le nuvole di fumo del mondo fatto di città
Essere contro ad ingoiare la nostra stanca civiltà
E un dio che è morto
Ai bordi delle strade, dio è morto
Nelle auto prese a rate, dio è morto
Nei miti dell'estate, dio è morto
Mi han detto
Che questa mia generazione ormai non crede
In ciò che spesso han mascherato con la fede
Nei miti eterni della patria o dell'eroe
Perchè è venuto ormai il momento di negare
Tutto ciò che è falsità, le fedi fatte di abitudine e paura
Una politica che è solo far carriera
Il perbenismo interessato, la dignità fatta di vuoto
L'ipocrisia di chi sta sempre con la ragione e mai col torto
E un dio che è morto
Nei campi di sterminio, dio è morto
Coi miti della razza, dio è morto
Con gli odi di partito, dio è morto
Ma penso
Che questa mia generazione è preparata
A un mondo nuovo e a una speranza appena nata
Ad un futuro che ha già in mano
A una rivolta senza armi
Perchè noi tutti ormai sappiamo
Che se dio muore è per tre giorni e poi risorge
In ciò che noi crediamo, dio è risorto
In ciò che noi vogliamo, dio è risorto
Nel mondo che faremo, dio è risorto
Ah che sarà
Ah, che sarà, che sarà
Che vanno sospirando nelle alcove
Che vanno sussurrando in versi e strofe
Che vanno combinando in fondo al buio
Che gira nelle teste, nelle parole
Che accende candele nelle processioni
Che va parlando forte nei portoni
E grida nei mercati che con certezza
Sta nella natura, nella bellezza
Quel che non ha ragione né mai ce l'avrà
Quel che non ha rimedio né mai ce l'avrà
Quel che non ha misura
Ah, che sarà, che sarà
Che vive nell'idea di questi amanti
Che cantano i poeti più deliranti
Che giurano i profeti ubriacati
Che sta sul cammino dei mutilati
E nella fantasia degli infelici
Che sta nel dai e dai delle meretrici
Nel piano derelitto dei banditi
Ah, che sarà, che sarà
Quel che non ha decenza né mai ce l'avrà
Quel che non ha censura né mai ce l'avrà
Quel che non ha ragione
Ah che sarà, che sarà
Che tutti i loro avvisi non potranno evitare
Che tutte le risate andranno a sfidare
Che tutte le campane andranno a cantare
E tutti gli inni insieme a consacrare
E tutti i figli insieme a purificare
E i nostri destini ad incontrare
Perfino il Padreterno da così lontano
Guardando quell'inferno dovrà benedire
Quel che non ha governo né mai ce l'avrà
Quel che non ha vergogna né mai ce l'avrà
Quel che non ha giudizio
Ah che sarà, che sarà
Quel che non ha governo né mai ce l'avrà
Quel che non ha vergogna né mai ce l'avrà
Quel che non ha giudizio
Ah che sarà, che sarà
Quel che non ha governo né mai ce l'avrà
Quel che non ha vergogna né mai ce l'avrà
Quel che non ha giudizio
- Chico Buarque de Holanda
“L’uomo si identifica con il ruolo che è costretto a vivere: padre, figlio, padrone, operaio, dirigente, impiegato, intellettuale, guru, furbo, tonto, forte, debole, ecc. Per ognuno di questi ruoli esistono comportamenti sociali, abbigliamenti, modi di pensare e di esprimersi cui ciascuno si adegua inconsapevolmente. E quindi non siamo mai individui autentici, ma veri e propri imitatori: imitiamo modelli e stereotipi prodotti dalla società in cui viviamo. Persino nei comportamenti più intimi recitiamo in realtà dei ruoli precostituiti.
L’inquinamento della nostra mente è troppo esteso.
Bisogna imparare a dire la verità, ma per dire la verità, bisogna essere diventati capaci di conoscere che cos’è la verità e che cos’è la menzogna, soprattutto in se stessi.“
Georges Ivanovič Gurdjieff
Marie-France Hirigoyen è una psichiatra, psicoterapeuta e psicoanalista francese, nota per i suoi studi sulla violenza psicologica e, in particolare, sul concetto di molestie morali (in francese le harcèlement moral).
Il suo libro più famoso è:
"Molestie morali. La violenza perversa nella famiglia e nel lavoro"
(Titolo originale: Le harcèlement moral: la violence perverse au quotidien, pubblicato in Francia nel 1998 e in Italia nel 2000).
📚 Contenuto principale del libro
🔹 Che cos'è la molestia morale?
La "molestia morale" secondo Hirigoyen è una forma di violenza psicologica insidiosa e distruttiva, che si esercita:
in ambito familiare (partner, genitori, figli),
sul luogo di lavoro (colleghi, superiori, dipendenti),
talvolta nella società o nei contesti istituzionali.
Non si manifesta attraverso atti fisici, ma tramite:
silenzi,
umiliazioni,
insinuazioni,
svalutazioni continue,
isolamento,
manipolazione sottile.
Lo scopo (spesso inconscio) è distruggere l’identità dell’altro, il suo equilibrio emotivo, e talvolta anche la sua reputazione.
🧠 Il meccanismo perverso
Secondo Hirigoyen, alla base delle molestie morali c’è spesso una personalità perversa narcisistica, che agisce in modo calcolato o automatico per:
esercitare potere,
dominare,
ridurre l’altro al silenzio o alla sottomissione.
Il molestatore morale può non urlare mai o non usare parole offensive dirette. Piuttosto:
fa leva sulla colpa,
distorce la realtà,
nega l’evidenza,
crea confusione nella vittima,
la isola per renderla più fragile.
🧍♀️ La vittima
La vittima tipica di molestie morali è spesso una persona:
empatica,
sensibile,
idealista,
che cerca il dialogo e la cooperazione,
ma che finisce per dubitare di sé, isolarsi, e sviluppare sintomi psichici o somatici (ansia, depressione, disturbi psicosomatici).
🧯 Come difendersi?
Hirigoyen suggerisce che:
Riconoscere la violenza psicologica è il primo passo fondamentale (spesso non è chiaro all'inizio).
Parlarne con altri, uscire dall'isolamento.
Chiedere aiuto a professionisti (psicoterapeuti, avvocati, sindacati in ambito lavorativo).
In certi casi, tagliare i rapporti è l’unica via per proteggersi.
📌 Temi correlati trattati nel libro
Differenza tra conflitto e molestia morale.
Differenza tra personalità narcisistica e personalità perversa.
Stalking e molestie ripetute.
Conseguenze psichiche e sociali per le vittime.
Il ruolo delle istituzioni (famiglia, azienda, giustizia).
📣 Perché il libro è importante?
Il libro ha avuto un forte impatto in Francia e in Europa, tanto da influenzare la legislazione francese, che ha riconosciuto il reato di harcèlement moral nel codice penale e del lavoro.
Ha aperto un dibattito importante sul tema della violenza invisibile, soprattutto nei luoghi dove ci si aspetta protezione (casa, lavoro), contribuendo a rompere il silenzio intorno a queste dinamiche distruttive.
AlphaFold e Rosetta: Come l'Intelligenza Artificiale Rivoluziona la Scoperta della Struttura delle Proteine
AlphaFold e Rosetta sono due strumenti all'avanguardia utilizzati per predire la struttura tridimensionale delle proteine a partire dalla loro sequenza di amminoacidi. Vediamoli uno alla volta e poi approfondiamo perché questa predizione è così cruciale.
🔬 Cosa sono AlphaFold e Rosetta?
AlphaFold
Sviluppato da: DeepMind (una società di Google).
Tecnologia: Intelligenza artificiale, in particolare reti neurali profonde.
Obiettivo: Prevedere con alta precisione la struttura 3D di una proteina dalla sola sequenza.
Risultati: Nel 2020 e 2021, AlphaFold ha raggiunto risultati rivoluzionari, risolvendo strutture che la scienza cercava di determinare da decenni.
Open source: DeepMind ha rilasciato pubblicamente sia il codice che un enorme database con le strutture di milioni di proteine predette.
Rosetta
Sviluppato da: Università di Washington, guidato da David Baker.
Tecnologia: Modellazione computazionale, inizialmente basata su regole fisiche, oggi include anche metodi di machine learning.
Funzionalità: Rosetta non solo predice strutture proteiche, ma può anche progettare nuove proteine (protein design), e simulare il comportamento molecolare.
🧬 Perché è importante conoscere la struttura di una proteina?
La struttura determina la funzione. Ecco perché:
Funzione biologica: La funzione di una proteina (ad es. enzima, recettore, trasportatore) dipende dalla sua forma 3D.
Malattie: Errori nella struttura (mutazioni) possono causare malattie genetiche (es. Alzheimer, Parkinson, fibrosi cistica).
Farmaci: Sapere la struttura permette di progettare farmaci che si legano in modo specifico alla proteina (es. inibitori enzimatici).
Biotecnologie: Strutture note aiutano a progettare nuove proteine con funzioni utili, ad esempio enzimi per degradare plastica o produrre biocarburanti.
Video YouTube: Cosa sono AlphaFold e Rosetta e perché hanno vinto il premio Nobel per la chimica. https://youtu.be/L7Ia3lO7XVM?si=RJlhg3cStfOYs7-a
La "disperazione dell’Io diviso" è un concetto centrale nella filosofia di Søren Kierkegaard, specialmente nella sua opera "La malattia mortale" (Sygdommen til Døden, 1849).
Si tratta di una riflessione esistenziale e psicologica sul conflitto interiore dell’essere umano. Vediamolo passo per passo.
🔍 Cos’è l’"Io diviso"?
Per Kierkegaard, l’"io" non è qualcosa di stabile o dato, ma è una relazione:
> “L’io è una relazione che si relaziona con sé stessa.”
In parole semplici:
L’essere umano non è semplicemente se stesso: è in tensione tra ciò che è già e ciò che dovrebbe diventare.
È un equilibrio fragile tra:
Finitudine (corpo, limiti, società)
e Infinitudine (desiderio, libertà, spirito)
Questa tensione genera disagio, perché siamo sempre in bilico tra:
Il mondo materiale che ci trattiene
E l’anelito a qualcosa di più grande, infinito, spirituale.
😔 Cos’è la disperazione, allora?
Kierkegaard chiama “disperazione” ogni stato in cui l’io si rifiuta di essere se stesso, o non riesce a diventarlo.
> È la malattia dell’anima: non una crisi emotiva passeggera, ma una condizione esistenziale profonda.
Esistono diversi tipi di disperazione, ma tutte nascono da una frattura interna: l’io diviso.
💥 Le 3 forme di disperazione (semplificate)
1. Disperazione dell’ignoranza (non sapere di avere un’anima)
L’io vive superficialmente, nei piaceri, nel lavoro, nel successo.
Non sente il disagio perché non sa nemmeno chi è.
È disperato senza saperlo.
2. Disperazione del non voler essere se stessi
L’individuo si rifiuta di accettare la propria natura profonda, i propri limiti, il bisogno di senso.
Si rifugia in maschere, ruoli sociali, illusioni.
3. Disperazione del voler essere se stessi senza Dio
Qui l’io è consapevole di sé, ma vuole autodeterminarsi assolutamente, rifiutando ogni dipendenza.
È la forma più acuta: l’uomo vuole essere il proprio dio, ma non può reggere il peso di sé.
➡️ Questa è la disperazione che più interessa Kierkegaard: l’orgoglio disperato dell’uomo moderno.
🔄 In sintesi: cos’è l’"io diviso"?
È il conflitto tra:
Chi siamo (fragili, finiti)
e Chi vorremmo essere (infiniti, liberi, completi)
Quando non riconciliamo queste due parti, cadiamo nella disperazione:
> O viviamo nella falsità, o ci spezziamo cercando di salvarci da soli.
Per Kierkegaard, solo la fede autentica, cioè la relazione con Dio, può sanare questa divisione:
> Non spegne l’angoscia, ma la redime.
"Toute le malheur des hommes vient d'une seule chose, qui est de ne savoir pas demeurer en repos dans une chambre."
("Tutta l'infelicità degli uomini deriva da una sola cosa: dal non saper restare tranquilli in una stanza.")
- Blaise Pascal, Pensieri (Pensées) 1656 -1662
📚 Contesto filosofico
Questa riflessione è tratta dai "Pensieri" (Pensées), l’opera incompiuta di Pascal dove esplora la condizione umana, la fede e la ragione. Pascal era profondamente religioso e si interrogava sulla miseria e la grandezza dell'uomo.
🧠 Significato
La frase esprime una verità esistenziale:
> L’uomo è incapace di stare fermo, solo con sé stesso, senza cercare distrazioni.
Questa incapacità porta guai, infelicità e inquietudine, perché:
La solitudine obbliga a confrontarsi con la propria condizione, le proprie fragilità, la morte, il senso della vita.
Per evitarlo, l’uomo cerca intrattenimenti: guerre, chiacchiere, viaggi, lavoro, piaceri… tutto pur di non restare in silenzio con sé stesso.
Questo "fuggire da sé" genera una vita superficiale, inquieta, spesso colma di dolore e insoddisfazione.
Gli altri possono pure parlare male di noi, ma non dobbiamo farlo noi al posto loro, altrimenti diventa vero.
- Jurassic World - La rinascita
La virtù è premio a se stessa.
- Seneca
Epigenetica 😎
📚 Cos’è l’epigenetica?
L’epigenetica è lo studio delle modifiche ereditabili dell’espressione genica che non cambiano la sequenza del DNA, ma determinano se un gene viene “acceso” o “spento”.
In pratica, è come se avessimo interruttori molecolari (marcatori chimici) che regolano quali geni si attivano o no.
🔬 Esempi interessanti:
✅ Gemelli identici: hanno lo stesso DNA, ma fattori ambientali diversi (dieta, stress, inquinamento) possono far sì che esprimano geni in modo diverso → uno può sviluppare una malattia e l’altro no.
✅ Dieta e gravidanza: la nutrizione di una madre può modificare l’epigenoma del feto. È famoso lo studio della carestia olandese (1944-45): i bambini nati da madri malnutrite hanno avuto più rischio di diabete e problemi cardiaci da adulti.
✅ Ape regina e operaia: hanno lo stesso DNA, ma l’alimentazione con pappa reale cambia l’espressione genica → l’ape regina diventa fertile e vive molto più a lungo.
✅ Stress ed epigenetica: eventi traumatici possono lasciare “impronte epigenetiche” e persino essere trasmesse alle generazioni successive (alcuni studi lo ipotizzano nei discendenti di sopravvissuti a guerre o genocidi).