“Ogni azione lascia un segno.” Ovvero, gli stupidi che fanno del male devono essere biasimati come i cattivi.
Dietrich Bonhoeffer, teologo luterano tedesco impiccato dai nazisti nel 1945, rifletté in modo molto profondo sul male e sull’idiozia (o “stupidità”) come fenomeni morali e sociali.
Le sue idee principali si trovano nelle Lettere e carte dal carcere (Widerstand und Ergebung), scritte mentre era prigioniero.
🧠 1. La “stupidità” secondo Bonhoeffer
Bonhoeffer distingue tra il male malizioso e la stupidità come due forme di pericolo umano.
Sorprendentemente, ritiene la stupidità più pericolosa del male.
> Per il bene la stupidità è un nemico più pericoloso della malvagità. Contro il male è possibile protestare, ci si può compromettere, in caso di necessità è possibile opporsi con la forza; il male porta sempre con sé il germe dell'autodissoluzione, perché dietro di sé nell'uomo lascia almeno un senso di malessere. Ma contro la stupidità non abbiamo difese.
[...] osservando meglio, si nota che qualsiasi ostentazione esteriore di potenza, politica o religiosa che sia, provoca l'istupidimento di una gran parte degli uomini. Sembra anzi che si tratti di una legge socio-psicologica.
La potenza dell'uno richiede la stupidità degli altri. Il processo secondo cui ciò avviene, non è tanto quello dell'atrofia o della perdita improvvisa di determinate facoltà umane – ad esempio quelle intellettuali – ma piuttosto quello per cui, sotto la schiacciante impressione prodotta dall'ostentazione di potenza, l'uomo viene derubato della sua indipendenza interiore e rinuncia così, più o meno consapevolmente, ad assumere un atteggiamento personale davanti alle situazioni che gli si presentano.
Il fatto che lo stupido sia spesso testardo non deve ingannare sulla sua mancanza di indipendenza. Parlandogli ci si accorge addirittura che non si ha a che fare direttamente con lui, con lui personalmente ma con slogan, motti ecc. da cui egli è dominato. È ammaliato, accecato, vittima di un abuso e di un trattamento pervertito che coinvolge la sua stessa persona. Trasformatosi in uno strumento senza volontà, lo stupido sarà capace di qualsiasi malvagità, essendo contemporaneamente incapace di riconoscerla come tale. Questo è il pericolo che una profanazione diabolica porta con sé. Ci sono uomini che potranno essere rovinati per sempre.
Per lui, lo “stupido” non è semplicemente chi ha poca intelligenza, ma chi rinuncia alla propria autonomia morale e al pensiero critico, lasciandosi guidare dalla massa o dal potere dominante.
È una cecità spirituale e morale, non un difetto intellettuale.
> “La stupidità è un difetto umano, non tanto intellettuale quanto morale. Esiste un’intima relazione tra stupidità e malvagità.”
⚖️ 2. Il male e la responsabilità
Bonhoeffer vedeva il male come l’assenza di responsabilità personale:
chi si sottomette ciecamente all’ideologia o all’autorità contribuisce al male senza rendersene conto.
> “Il male deve essere smascherato non tanto con l’analisi quanto con la resistenza attiva.”
E aggiungeva che l’uomo veramente libero è colui che, guidato dalla coscienza e dalla fede, sa assumersi la colpa pur di agire giustamente.
Da qui la sua idea della “responsabilità colpevole”: a volte fare il bene richiede sporcarsi le mani per contrastare un male più grande.
💬 Sintesi del suo pensiero
Il male deliberato può essere riconosciuto e combattuto.
La stupidità, invece, è più pericolosa perché traveste il male da bene, rendendo le persone strumenti inconsapevoli del male stesso.
La società deve quindi coltivare coraggio morale e pensiero critico, non solo intelligenza o erudizione.