Dietrich Bonhoeffer fu impiccato il 9 aprile 1945 nel campo di concentramento di Flossenbürg, pochi giorni prima della fine della Seconda guerra mondiale.
⚖️ 1. Chi era
Bonhoeffer (1906–1945) era un teologo luterano tedesco, professore e pastore. Fin dagli anni ’30 fu uno dei pochissimi cristiani tedeschi a opporsi apertamente al nazismo e all’uso distorto della religione da parte di Hitler.
Fondò la cosiddetta “Chiesa confessante” (Bekennende Kirche), che rifiutava di sottomettersi alla “Chiesa del Reich” controllata dai nazisti.
💣 2. Il coinvolgimento nella resistenza
Durante la guerra, Bonhoeffer collaborò con l’Abwehr, il servizio segreto militare tedesco.
Ma non come spia fedele al regime — al contrario: usò quel ruolo per aiutare ebrei a fuggire e per mantenere contatti con la resistenza tedesca che cercava di rovesciare Hitler.
Bonhoeffer era legato al gruppo che organizzò il famoso attentato del 20 luglio 1944 contro Hitler (quello del colonnello Claus von Stauffenberg).
Non partecipò direttamente all’attentato, ma ne era a conoscenza e lo appoggiava moralmente.
🚨 3. L’arresto e la condanna
Nel 1943 fu arrestato dalla Gestapo con l’accusa di:
tradimento, complicità con i cospiratori anti-nazisti e uso dell’Abwehr per scopi “illegali”.
Dopo il fallimento dell’attentato del 1944, vennero trovati documenti che provavano il suo coinvolgimento nella cospirazione.
A quel punto la condanna era inevitabile.
⚰️ 4. L’esecuzione
Fu processato sommariamente e impiccato all’alba del 9 aprile 1945 insieme ad altri membri della resistenza, tra cui l’ammiraglio Wilhelm Canaris.
Un medico del campo, testimone dell’esecuzione, scrisse:
> “Ho visto morire il pastore Bonhoeffer… molto devotamente e coraggiosamente. In quasi cinquant’anni di attività medica, non ho mai visto un uomo morire così completamente sottomesso alla volontà di Dio.”
✝️ 5. Il senso del suo martirio
Bonhoeffer fu ucciso non solo come politico, ma come uomo di fede che rifiutò di piegarsi al male.
Per lui, non agire contro l’ingiustizia era già una forma di colpa.
> “Non basta dire che la Chiesa deve soccorrere le vittime che il carro travolge;
bisogna anche fermare il carro.”
🕊️ Le ultime parole di Dietrich Bonhoeffer
Poco prima di essere portato al patibolo, Bonhoeffer si trovava con un ufficiale inglese prigioniero, il capitano Payne Best.
Quest’ultimo raccontò così l’ultimo momento:
> “La domenica, 8 aprile 1945, celebrarono con noi il culto. Bonhoeffer pregò e lesse alcuni versetti della Bibbia. Poi ci dissero di prepararci a partire.
Prima di uscire, mi prese da parte e disse:
‘Questo è la fine — per me, l’inizio della vita.’”
Queste furono le sue ultime parole note.
✝️ Il suo atteggiamento fino alla fine
Dopo quella frase, Bonhoeffer fu condotto fuori, pregò brevemente, poi affrontò l’impiccagione con calma e dignità.
I testimoni dissero che morì “in piedi, sereno, in preghiera”.
Non gridò, non chiese pietà.
Sembrava accettare la morte come un atto di fede, non di sconfitta.
📜 Il suo “testamento spirituale” (dal carcere)
Nei mesi precedenti, dalle lettere scritte in prigione, aveva già espresso la sua visione della fede matura:
> “Non è il potere di Dio che vogliamo, ma la debolezza e la sofferenza di Dio — solo così il mondo può essere salvato.
Un cristiano adulto non è colui che fugge dal mondo, ma colui che vive pienamente nel mondo, nella responsabilità davanti a Dio e agli uomini.”
E ancora:
> “Il silenzio di Dio nel mondo è segno della Sua presenza; Egli ci lascia vivere, soffrire, e agire come uomini liberi.”

