La "disperazione dell’Io diviso" è un concetto centrale nella filosofia di Søren Kierkegaard, specialmente nella sua opera "La malattia mortale" (Sygdommen til Døden, 1849).
Si tratta di una riflessione esistenziale e psicologica sul conflitto interiore dell’essere umano. Vediamolo passo per passo.
🔍 Cos’è l’"Io diviso"?
Per Kierkegaard, l’"io" non è qualcosa di stabile o dato, ma è una relazione:
> “L’io è una relazione che si relaziona con sé stessa.”
In parole semplici:
L’essere umano non è semplicemente se stesso: è in tensione tra ciò che è già e ciò che dovrebbe diventare.
È un equilibrio fragile tra:
Finitudine (corpo, limiti, società)
e Infinitudine (desiderio, libertà, spirito)
Questa tensione genera disagio, perché siamo sempre in bilico tra:
Il mondo materiale che ci trattiene
E l’anelito a qualcosa di più grande, infinito, spirituale.
😔 Cos’è la disperazione, allora?
Kierkegaard chiama “disperazione” ogni stato in cui l’io si rifiuta di essere se stesso, o non riesce a diventarlo.
> È la malattia dell’anima: non una crisi emotiva passeggera, ma una condizione esistenziale profonda.
Esistono diversi tipi di disperazione, ma tutte nascono da una frattura interna: l’io diviso.
💥 Le 3 forme di disperazione (semplificate)
1. Disperazione dell’ignoranza (non sapere di avere un’anima)
L’io vive superficialmente, nei piaceri, nel lavoro, nel successo.
Non sente il disagio perché non sa nemmeno chi è.
È disperato senza saperlo.
2. Disperazione del non voler essere se stessi
L’individuo si rifiuta di accettare la propria natura profonda, i propri limiti, il bisogno di senso.
Si rifugia in maschere, ruoli sociali, illusioni.
3. Disperazione del voler essere se stessi senza Dio
Qui l’io è consapevole di sé, ma vuole autodeterminarsi assolutamente, rifiutando ogni dipendenza.
È la forma più acuta: l’uomo vuole essere il proprio dio, ma non può reggere il peso di sé.
➡️ Questa è la disperazione che più interessa Kierkegaard: l’orgoglio disperato dell’uomo moderno.
🔄 In sintesi: cos’è l’"io diviso"?
È il conflitto tra:
Chi siamo (fragili, finiti)
e Chi vorremmo essere (infiniti, liberi, completi)
Quando non riconciliamo queste due parti, cadiamo nella disperazione:
> O viviamo nella falsità, o ci spezziamo cercando di salvarci da soli.
Per Kierkegaard, solo la fede autentica, cioè la relazione con Dio, può sanare questa divisione:
> Non spegne l’angoscia, ma la redime.
