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La repressione contro i centri sociali e rave

Un’ulteriore stretta repressiva dello Stato, frutto di una scelta politica punitiva e di una vera e propria cattiveria istituzionale, si abbatte ancora una volta su spazi occupati che da anni vivono grazie a movimenti spontanei e auto-organizzati. 

Questa offensiva non colpisce solo i centri sociali, ma fa parte di una più ampia strategia repressiva che ha già preso di mira e punito duramente anche i rave, forme di aggregazione giovanile libere e autonome, il cui scopo principale è creare feste aperte a chiunque, basate sul ballo e sulla musica elettronica, lontane da logiche commerciali e controlli istituzionali.

I centri sociali non sono semplici edifici occupati, ma luoghi vitali di produzione culturale, sociale e politica. Ospitano idee alternative, promuovono musica, cinema, eventi, corsi, hobby, sport e attività creative, offrendo momenti di aggregazione aperti e accessibili a tutti.

In questi spazi la partecipazione è libera, i prezzi d’ingresso sono popolari e alla portata di chiunque, lontani dalle logiche commerciali e istituzionali. Qui si sperimentano forme di vita, di relazione e di organizzazione che rifiutano lo status quo politico ed economico dominante.

I centri sociali sono gestiti da organizzazioni dinamiche e in continuo rinnovamento: non sono mai gli stessi organizzatori a guidarli, ma collettivi che si aggiornano nel tempo. Spesso chi li anima proviene dalle università, portando competenze, intelligenza critica e capacità organizzativa.

Sono spazi che piacciono, soprattutto, ai giovani. La loro frequentazione è costante, sono luoghi vivi, partecipati, “di moda” nel senso più autentico del termine: punti culturali e sociali che rispondono a bisogni reali, che continuano a essere rilevanti nella vita urbana.



Ecco la mappa del Viminale dei 126 centri da sgomberare. Nella lista anche CasaPound 

https://www.ilgiornale.it/news/politica/ecco-mappa-viminale-dei-126-centri-sgomberare-nella-lista-2586259.html 

Sintesi articolo: Il Viminale ha stilato una mappa con 126 centri sociali da sgomberare in tutta Italia, adottando la linea della tolleranza zero voluta dal Ministro degli Interni Matteo Piantedosi. L’obiettivo è ripristinare la legalità, sgomberando subito le nuove occupazioni e procedendo progressivamente con quelle più vecchie.

Gran parte dei centri sociali coinvolti appartiene al mondo anarchico e antagonista, ma nella lista ci sono anche due realtà di estrema destra (CasaPound e Spazio Libero Cervantes). La difficoltà nello sgombero di molti di questi luoghi è stata storicamente legata alla mancanza di volontà politica e ad alcuni rapporti con amministrazioni locali. Molti centri sociali sono inoltre connessi a reti antagoniste, collettivi studenteschi, movimenti pro Pal e No Tav.

Occupazioni abusive prese di mira dal Viminale

Leoncavallo (Milano) https://www.leoncavallo.org/
Centro sociale storico; il suo caso è indicato come uno spartiacque che ha rafforzato la linea della “tolleranza zero”.

Askatasuna (Torino)
Tra i principali obiettivi politici e mediatici; collegato ai movimenti No Tav e a una rete antagonista nazionale.

CSOA Forte Prenestino (Roma) https://www.forteprenestino.net/
Uno dei più grandi centri sociali d’Europa, occupazione storica e simbolica.

Spin Time Labs (Roma, quartiere Esquilino)
Occupato dal 2013 dal movimento Action – diritto all’abitare; spesso al centro di polemiche istituzionali.

El Paso Occupato (Torino, quartiere Lingotto) https://www.ecn.org/elpaso/
Attivo dal 1987; punto di riferimento della scena hardcore punk torinese.

Occupazioni già sgomberate (ma rilevanti nel contesto)

Làbas (Bologna) https://labasbologna.org/
Sgomberato nel 2017; oggi opera in una nuova sede ottenuta tramite bando comunale (caso citato come esempio).